Si è spento un pezzo di storia della televisione italiana: è morta Raffaella Carrà.
La notizia inaspettata arriva come una bomba e commuove tutto il mondo dello spettacolo. Se na va un’icona entrata nell’immaginario collettivo internazionale come nessun’altra. Mattarella: “Ha trasmesso messaggio di eleganza e ottimismo con la sua professionalità”. A Sanremo fu apripista della conduzione al femminile.
Tutto il Paese piange la scomparsa di quella che è considerata la più grande donna dello spettacolo televisivo italiano: Raffaella Carrà. La notizia della sua dipartita è calata circa un’ora fa, alle 16,20, come un fulmine a ciel sereno, nel salotto estivo che riempie il pomeriggio di Rai1. A darne comunicazione è stato il suo compagno e amico di una vita, Sergio Japino, poi raggiunto in diretta telefonica sconvolto, mentre tutte le agenzie battevano le sue note: “Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. Ci ha lasciati a 78 anni, mentre lottava contro una grave malattia in silenzio.
Il vero nome della Carrà era Raffaella Maria Roberta Pelloni ed era nata a Bologna, la famiglia era di Bellaria. Aveva la Romagna nel sangue, ma si era trasferita per fare carriera. Ha lavorato per tutta la vita nel mondo dello spettacolo e della musica con determinazione fino a diventare una icona pop di più generazioni. Molto amata anche in Spagna e in Sudamerica non appena si è diffusa la notizia della scomparsa è stata ricordata sulla testata El Pais come la regina della televisione. Sono seguite altre testate estere, con la notizia in prima pagina.
“Sono contenta di non essermi montata la testa, ho molta autoironia”
Raffa ha cantato molto, ma a Sanremo è venuta a condurre da sola, dando un taglio femminile al Festival, senza curarsi delle critiche (“Se anche sarò criticatissima, porterò tanti di quegli ospiti importanti da dare alla stampa qualcos’altro di cui scrivere oltre al vestito dei conduttori”). Una donna a condurre il Festival, ancora è un evento raro (poi è toccato solo alla Ventura e alla Clerici). Fatto unico, all’epoca, perché Raffa era grande professionista ma sempre donna e a Sanremo le donne di solito vengono ingaggiate per fare le vallette; quando va bene, la co-conduzione a pari merito. Ma quella volta lei era reduce dal successo di Carramba, che sorpresa!, un programma innovativo della tivvù e quattro anni prima aveva già rifiutato, lasciando il campo a Mike Bongiorno. In molti non ci scommettevano, assicurando che “le donne a Sanremo non funzionano quando devono condurre”, oppure, “non reggono la maratona dai ritmi frenetici”. Nel 2001 fu invece protagonista incontrastata, affiancata tra gli altri da Piero Chiambretti con le sue gag. Non fu l’unica battaglia per pareggiare i conti con il mondo degli uomini. Anche se certe battaglie non si conducono da sole: Sanremo rappresenta da sempre lo specchio dell’evoluzione del costume italiano. Non c’è da stupirsi che il ruolo delle donne vada di pari passo con quello di un paese che fino a pochi anni fa non si era aperto all’avvicinamento dei ruoli e a una idea di parità, ancora da conquistare. Anche nella sua vita privata ha combattuto contro certe regole sociali, che escludono la donna single dal mondo delle adozioni. Lei che, donna in carriera con una grande cultura del lavoro, figli non ne aveva voluti, quando poi ha cambiato idea, nonostante il suo stile di vita agiato, si è dedicata in modo accorato alle adozioni a distanza.
Adesso la televisione di via Teulada, dove lei era di casa, la omaggia dedicando il pomeriggio alle testimonianze dei colleghi. Tra i primi raggiunti al telefono, Maurizio Costanzo, che ha ricordato di averla conosciuta quando lei aveva 17 anni e con la madre andò a chiedere consigli per entrare nel mondo di quel cinema tanto amato. La sua carriera poi, come sappiamo, andò diversamente e fu lei ad aprire una strada alle altre. Renzo Arbore (era simbolo della bella televisione, semplice e musicale), Carlo Conti (un privilegio averla conosciuta, una stella che non smetterà mai di splendere, lei ero lo spettacolo, accendeva la televisione e tu non ti staccavi più), Dario Salvatori (Tutti parliamo dei Måneskin ma prima dei Måneskin lei scalò le classifiche londinesi con Rumore e con le sigle, negli anni ’70) Massimo Bernardini di Tv Talk (Faceva parte di quelli davvero bravi, quelli che studiavano senza improvvisare: professionisti veri che studiano e lavorano ore per raggiungere la perfezione), Gianni Morandi, Umberto Tozzi, Cristiano Malgioglio affranto in lacrime (nel mondo gay lei è considerata una icona per eccellenza, pur non avendo mai capito il perché), Stefano Coletta, direttore di Rai1, che ricorda come lei gioisse dei successi altrui, atteggiamento raro, e ancora molti altri stanno raccontando qualche frammento di vita vissuta con lei, tra sorrisi e umanità. La storia è tanta. Qui ci limitiamo a ricordarci della sua bravura che ha conquistato mezzo mondo e della sua fama, così popolare da entrare nei film di due premi Oscar, Gabriele Salvatores (Puerto Escondido) e quel Sorrentino de La Grande Bellezza oltre che in una canzone di Rino Gaetano, che con ironia tagliente prendeva le distanze da miti incrollabili e potenti longevi intergenerazionali. Tra i video che la celebrano in Messico, uno recita: “Ancora una volta, questa bellissima donna Raffaella Carrá salta sul palco con il Dj francese Bob Sinclar in questo singolo remixato “A Far l’amore Comincia Tu” (Successo degli anni ’70) Raffella sempre raggiante è venuta a dimostrarci che non passano gli anni e promette di riempire le tracce messicane proprio come ha fatto dall’estate del 2011 in Europa con questo straordinario materiale Elektro-House. Se pensavi solo che “HAY QUE VENIR AL SUR” fosse uno dei loro principali successi, Retroreven Radio ti porterà questo remix che prevediamo sarà un duro colpo !!!! Divertiti e balla!!!!”. Questo successo è stato cantato in 5 lingue e un suo fans, in rete, lo ha testimoniato. E’ un piacere rivederla.
Di lei l’attrice Audrey Hepburn (Colazione da Tiffany) sua fan sfegatata disse che una tale artista, capace di ballare, recitare, condurre con tanta energia, in America sarebbe diventata una star del firmamento senza nessuna fatica. Nonostante il mondo ce la invidiasse, dopo aver raggiunto livelli di popolarità senza precedenti, non si è mai atteggiata a diva. Anzi, ha sempre cercato di far sentire tutto il suo staff importante e a proprio agio: “Sono contenta di non essermi montata la testa, ho molta autoironia”, disse durante una delle sue interviste. Sapeva di dover lasciare la vita terrena e ha predisposto il suo funerale.