SanremoCantaNapoli, il fenomeno partenopeo sta letteralmente scoppiando
di Katia Ferrante
SANREMO. Ha indubbiamente influito molto il secondo posto allo scorso e ultimo Festival di Amadeus del napoletano Geolier (che forse ritorna) sostenuto ma molto fortemente – va detto – dal boss dei boss partenopeiGigi d´Alessio, per sdoganare del tutto la canzone napoletana dopo peró la nascita nel 2018 del primo SanremoCantaNapoli.
Nel regolamento di entrambi, tra l´altro, sono previsti inserti napoletani in quello del Festival di Sanremo e inserti italiani in quello di SanremoCantaNapoli. Una commistione di stili e di gusti musicali che comunque accontentano tutti, pubblico compreso, che dimostra sempre molto affetto alla musica italo-napoletana.
Certo il Sanremone é arrivato al numero 75, mentre il ´secondo´ é solo agli inizi, con questa quinta edizione prevista – in teoria ancora – a fine ottobre. Tuttavia in questo periodo gli organizzatori hanno fatto salti da gigante per arrivare a questo punto e senza alcun aiuto da parte di nessuno, tranne qualche amico del Patron Ilio Masprone: unica salvezza va riconosciuto è stata la direzione della casa da gioco che da sempre sostiene, seppur con pochi mezzi a disposizione, la manifestazione.
Un evento che non potrà avere tuttavia lunga vita se non interviene qualche Santo in Paradiso (magari napoletano) che prenda a cuore la situazione e la inserisca tra le voci radio-televisive della Cultura Popolare che poi sarebbe la definizione più corretta da fare. Se è vero come dice d´Alessio che la“canzone napoletana è parte integrante della nostra cultura”, allora cosa aspetta a farsi vivo a Sanremo per capire meglio questa realtá musicale che tanto gli sta a cuore? Battuta a parte, in realtà in questi ultimi tempi qualcosa si sta muovendo e la stessa amministrazione di Sanremo ha capito che l´evento del direttore Ilio Masprone potrebbe avere un seguito interessante anche dal punto di vista turistico e per lo stesso Casinò perché è ben noto che il popolo napoletano è un amante del bel gioco. Cosa non trascurabile, otre al fatto che spezzare in due la canzone italiana e quella napoletana (febbraio e ottobre) sarebbe un meccanismo per niente fuori luogo che toccherebbe anche la sensibilità degli albergatori e dei commercianti locali. Parole sante dette da un politico che conta e che potrebbe attivarsi, a questo punto, per rendere possibile tutto ciò. C´è da crederci? Se sarà cosi dovremmo vedere presto i risultati. In caso contrario che Dio la mandi buona agli organizzatori, sognatori del tempo…