NON MI AVETE FATTO NIENTE RESTA IN GARA: UNA SCELTA DI BUON SENSO

di Tiziana Pavone

Al Palafiori incontriamo l’avvocato Giorgio Tramacere che due giorni fa aveva già anticipato l’esito della decisione che avrebbe preso la direzione di Rai1, dopo la sospensione della canzone più chiacchierata del 2018. Abbiamo chiarito così nei dettagli tutti gli artifizi che si insidiano nel regolamento che ha prima escluso e poi riammesso il duo Meta Moro. 

Nonostante la riammissione di Meta-Moro al Festival non si placano le polemiche sul caso. Perché c’è qualcuno che continua a sostenere che è plagio?

A dire il vero quando l’altra notte mi hanno segnalato il caso, confesso che, ascoltato il brano in concorso “Non mi Avete Fatto Niente” e il preesistente “Silenzio”, non avevo avuto dubbi sulla sussistenza del plagio. I ritornelli erano proprio gli stessi, sia nella parte musicale che nella parte letteraria. Quando invece ho saputo che l’unico autore del brano preesistente “Silenzio” è uno dei coautori del brano di Meta e Moro, la mia valutazione è cambiata perché il plagio non può esserci semplicemente perché l’autore della prima canzone era anche coautore della seconda in concorso. Per chiarire, per plagio musicale deve intendersi come la riproduzione, totale o parziale, di un’opera da parte di un autore, che fa passare per propria un’opera frutto del lavoro altrui. In altre parole l’autore dell’opera plagiaria inserisce nella propria canzone il lavoro creativo altrui vantandolo come proprio e originale. Quindi affinché vi sia plagio è necessaria un’attività di usurpazione della paternità dell’opera altrui. In altre parole, se non c’è il requisito dell’altruità, non può esserci il plagio. Se l’opera è già mia e ne utilizzo una parte per inserirla in un’altra opera, non pongo in essere alcun plagio.

Quindi poiché ci sia plagio è necessario che gli autori del primo brano siano diversi dagli autori del secondo?

Esattamente. Sarebbe come ipotizzare un “auto furto” o un “auto rapina”. Se la cosa è già mia è evidente che non posso porre in essere alcuna sottrazione, né alcuna usurpazione. Quindi, qui non c’è nessun plagio ed è assurdo che qualcuno si ostini a sostenere il contrario. Quello che tanti non hanno ancora capito è che per accertare un plagio è necessario fare un processo e la questione non può essere risolta dai giornalisti o dai critici. Il vero problema non era tanto il plagio, ma la lettura e l’interpretazione del regolamento del festival.

Come è possibile che una canzone in gara del Festival abbia il medesimo ritornello di un’altra canzone preesistente?

In effetti il caso è molto singolare e non penso che si sia già verificato in precedenza con queste modalità. Qui si tratta di un ritornello di un brano già pubblicato e già fruito dal pubblico che è stato inserito dal medesimo autore in un’altra propria opera di cui è coautore. Il ritornello è sicuramente l’elemento che caratterizza un brano rispetto ad un altro. E’ quella parte della canzone di cui chiunque si “appropria” e che fa propria: ciò che possiamo canticchiare, fischiettare sotto la doccia è sempre il ritornello. Il ritornello è infatti la parte più cantabile di una canzone ed è quello che maggiormente contraddistingue un brano rispetto ad un altro. Quindi la trasposizione del ritornello da una canzone all’altra, fa sicuramente venir meno il requisito di originalità e di creatività e quindi di novità del secondo brano. Tuttavia il regolamento del Festival specifica quali siano i requisiti per l’ammissione di una canzone al concorso inventando una definizione propria del concetto di canzone nuova.

Ma la canzone per essere ammessa non dovrebbe essere inedita? 

Uno dei requisiti fondamentali per l’ammissione della canzone al Festival fino al 2008 era che la canzone fosse inedita. Dal 2009 il requisito dell’inedito è sparito ed è stato sostituito con quello di “canzone nuova”, ma la disciplina è rimasta sostanzialmente la stessa. Secondo il regolamento, per canzone nuova si intende: “la canzone che, nell’insieme della sua composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario (fatte salve per quest’ultimo eventuali iniziative editoriali debitamente autorizzate), non sia già stata pubblicata e/o fruita, anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente o lontano, o eseguita o interpretata dal vivo alla presenza di pubblico presente o lontano”. Poi il regolamento specifica in quali casi il brano possa considerarsi comunque nuovo e, in particolare, precisa che la caratteristica di canzone nuova sussiste anche “nell’eventualità di utilizzo di stralci “campionati”  di canzoni già edite, sempre che questi  – nel totale – non superino un terzo della canzone “nuova” stessa”.  Questa norma, che è proprio quella che ha mandato in confusione tutti, seppur non chiarissima, permette agli autori di utilizzare porzioni (campionate) di brani preesistenti, purché tali porzioni non superino un terzo della durata della canzone. Si badi bene che la norma parla di campionamento, ma non prevede l’ipotesi di utilizzazione di una stralcio risuonatoex novo di canzoni già edite, come in effetti si è verificato con il caso Meta-Moro.

Quindi la riammissione di Meta e Moro al concorso è stata corretta?

Si secondo me si. Bisogna tenere presente che un caso del genere non si era mai verificato prima d’ora e la decisione di considerare nuova la canzone in concorso, interpretando in senso estensivo e non tassativo – esclusivamente tecnico – il riferimento agli “stralci campionati”, comprendendo anche stralci di brani già editi completamente risuonati e non campionati è stata la scelta equa e giusta. Concludendo, poiché la norma, peraltro di non scarsa importanza, è poco chiara, auspicherei che il nuovo regolamento venisse integrato e riscritto in quella parte per evitare in futuro il rischio di diverse interpretazioni e applicazioni. Quindi la decisione di far rimanere in gara la canzone “Non mi avete fatto niente” è stata corretta e soprattutto di buon senso.

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