4 maggio, su coraggio: comincia la Fase 2 prima che la 1 sia finita. Lettera di riflessione.

Vi faccio gli auguri. Io domani non esco e non vado al ristorante. Non lo credereste mai, ma si può vivere anche senza.
Non credereste mai nemmeno questo: il virus, con il caldo, gira lo stesso. Contagia meno, se la gente sta più distanziata rispetto a come può fare stando nei luoghi chiusi. Il virus con il caldo non muore. Non muore nemmeno se vi fate un bagno solare alla vitamina D. Tanto è vero che in spiaggia ci dovremo abituare al plexiglass.

Come dovranno attrezzarsi gli stabilimenti balneari in tempi di Coronavirus.

Ma poi… Va tutto bene, se usciamo? Stiamo sempre all’aperto?
Evitiamo un luogo chiuso per parcheggiare, comprare un gelato, una pizza, la spesa, e se turisti, un letto d’albergo?
Da domani quattro milioni di italiani si rimettono in circolazione sulle strade per salvare il proprio lavoro: albergatori, ristoratori e baristi. I parrucchieri ancora no, donne!

Ci vorrebbero altri 4 milioni disposti a mettersi in circolazione per fare i clienti col portafoglio pieno. In rapporto di 1 a 1, sarebbe un buon inizio (la statistica, perdonatemi, la uso come si usa sui social: falsata. Vedi più sotto)
Invece i lavoratori rischiano e i nullafacenti passeggiano al sole!


Prevedo un affollamento sulla ciclabile dove ognuno crede di essere solo e suda, si accoppia, calpesta l’asfalto che nessuno sanificherà. Per contro, ci saranno zero sedute al ristorante, della cui sorte pare non freghi niente a nessuno (peccato! Si riaprirebbe l’Italia della fase2 solo per salvare l’economia!). Ci sarà un gran via vai, su e giù, negli ascensori toccati da tutti o dentro a bus sanificati da nessuno (luoghi chiusi anche quelli). Alle panchine chi ci penserà, ogni due ore? Nessuno, probabilmente. Perché lo scopo dell’uscita in caso di necessità è quello di andare a lavorare. Oppure in farmacia. O a trovare parenti stretti. Fratelli, sorelle, zii… Fidanzati no.

Risultato della fase 2, quella della disubbidienza: avremo contagiati in ulteriore aumento, in un periodo in cui non siamo ancora usciti dalla fase 1 e non sappiamo nulla degli asintomatici e degli immunodepressi.
Sui social, amici miei, voi come giustificate la vostra fame d’aria? “Tanto poi c’è il plasma, che risolve”.
Può darsi che in tanti ospedali i medici preferiscano ancora fare gli assassini, visto che la gente continua a morire di Covid, quando potrebbero salvarsi col plasma! Ma siamo seri: la sperimentazione su alcuni pazienti di pochi ospedali non va scambiata per cura scientificamente approvata.
Sto ancora parlando del Covid? Ma che dico? Siamo pazzi? “Il Covid è una invenzione! E noi ci stiamo stufando”
A post alterni, ex figli dei fiori abituati a prendersi la libertà, sulla pista ciclabile dei fiori, ripetono come un mantra: “Ah! Ma il numero di morti di quest’anno è uguale a quello dell’anno scorso.”; e con loro, le mamme: “Ah, ma i bambini mica se lo prendono! Io ho figli che vogliono uscire! Almeno un gelato!” Invece anche i bambini prendono il Covid. Alcuni sono morti. Erano sani. E se anche fosse andata diversamente, come si può giustificare l’assenza della voglia di proteggere, privi del senso del dovere che porta prevenzione? Davvero, i malati di altre patologie, dovevano morire per selezione naturale? Non credete che quei malati sarebbero sopravvissuti più a lungo, se a colpirli non fosse stato il Covid? Credete che quei malati non abbiano diritto di vivere in una società che li protegga e per la quale pagano fior di tasse al sistema sanitario?


Ma avete ragione voi, amici social. Leggo di offese, di oltraggi al pudore. Guai, a darvi torto! Pur di fare come vi pare, siete disposti ad azzerare la realtà. A falsare la statistica. A rimuovere persone, anziché sopportare un contraddittorio ingestibile. A ignorare il senso di responsabilità. A non darvi il tempo di elaborazione di un lutto collettivo.
Avete ragione voi.
“Il Covid non esiste e chi dice il contrario ha paura di morire.”
Questa strana influenza è come quella dell’anno scorso. Si. Certo.
Anche i 100 preti morti; i 200, medici… Già. E i camion dell’esercito che hanno trasportato migliaia di cadaveri verso i forni crematori in una notte. Tutto esattamente come l’anno scorso. 

I camion dell’esercito italiano in coda mentre trasportano le bare di persone morte per Covid.


Avremmo potuto farcela. Avremmo potuto debellare il virus, portandolo a contagio zero. E da lì riprenderci la vita.
Invece nulla sarà più come prima. Quei morti pesano. Meno li ascoltiamo, più peseranno.
Abbiamo fatto 30. Torniamo a 1.

Tiziana Pavone Social